Minadeo (Confintesa Sanità Lazio): solidarietà ai lavoratori dell’ dell’SPDC dell’ospedale di Roma Sant’Andrea per le accuse diffamatorie ricevute in questi giorni.
Confintesa Sanità Lazio esprime massima solidarietà ai lavoratori dell’SPDC dell’ospedale di Roma Sant’Andrea per le accuse diffamatorie apparse su numerose testate giornalistiche il 27 giugno scorso: in molti articoli di cronaca riguardanti la presunta violenza sessuale perpetrata ai danni di una paziente ricoverata da parte di un altro paziente, si leggono infatti informazioni mendaci ed offensive nei confronti degli operatori sanitari assegnati al suddetto reparto. Li si accusa infatti di scarsa assistenza al malato, di somministrazione di metadone non prescritto, di assenza di controllo per evitare la promiscuità nelle stanze di degenza.
“Probabilmente chi ha formulato la denuncia o i giornalisti stessi – afferma il Segretario Regionale Alessio Minadeo – non ha la minima conoscenza delle dinamiche organizzative di un reparto SPDC, non sa che sono sempre presenti 3 infermieri ed un medico psichiatra di guardia, che i corridoi e gli spazi comuni sono sottoposti a videosorveglianza h 24, che il metadone, come gli altri farmaci stupefacenti, è conservato in cassaforte e sottoposto ad un rigoroso controllo e registrazione su registri ufficiali delle quantità somministrate e dell’identità dei pazienti a cui vengono somministrate.
Alcuni pazienti inoltre (come la paziente presunta vittima di violenza) sono sottoposti a stretto controllo in base al rischio suicidario o di autolesionismo, e, nel caso di “rischio elevato” i controlli visivi vengono effettuati e vidimati a scadenza di cinque minuti anche durante la notte, come risulta dalla relativa modulistica. “Molte volte – aggiunge Minadeo – i lavoratori hanno chiesto che anche le stanze di degenza fossero dotate di un sistema di videosorveglianza”, Confintesa Sanità attende con ansia il risultato delle indagini volte a verificare la veridicità della denuncia sporta dai parenti della paziente e mette sin d’ora a disposizione i suoi legali per eventuali azioni nei confronti di chi ha descritto una condizione assistenziale lungi dall’essere aderente alla realtà. Chiediamo inoltre che l’Azienda stessa agisca per vie legali e mediatiche a difesa dei suoi dipendenti.
Comunicato Stampa
Roma, 28/06/2023
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